Programmazione
Una nuova visione del sapere informatico
Tra le competenze richieste alle generazioni future è sempre più chiaro che non compare la pura e semplice alfabetizzazione informatica, intesa come avviamento all’uso di uno o più programmi per lo studio e l’ufficio. Protagonista, piuttosto, del panorama delle competenze necessarie ai giovani sarà una più disinvolta capacità di operare da dominatori delle tecnologie. Si chiederà ai ragazzi di sapere ciò che sta dietro e dentro la tecnologia, per poterlo modificare creativamente, per poter progredire verso l’eccellenza e il più pieno sviluppo del settore.
Questo coinvolge più ambiti e non solo la conoscenza del codice in senso stretto, ma una cultura digitale che è anche comprensione della comunicazione attraverso i media, capacità di muoversi nella rete e attitudine al problem solving.
Dimensione sociale
La rete al servizio delle persone presuppone una educazione sociale diffusa, sin da piccoli, ai valori della relazione, della stima reciproca, della condivisione, della collaborazione. I ragazzi che imparano a programmare non lo fanno con un approccio individuale chiuso, ma si aprono al confronto e alla discussione delle idee.
Cercare e rielaborare
I ragazzi che si avvicinano alla programmazione non sono semplici passivi imitatori di maestri; piuttosto serve a loro essere pronti a cogliere suggerimenti, a conoscere tutte le possibili fonti di informazioni, per riproporre l’uso creativo e costruttivo di ciò che hanno ottenuto dal mondo che li circonda.
Risolvere senza timori
Sperimentare soluzioni, imparare a farlo in modo organizzato e funzionale, senza paura dell’errore. Lo sbaglio, infatti, è la prima risorsa per impostare una risoluzione creativa.